La Cassazione – con sentenza del 6 giugno 2024, n. 22978 – ha affermato che, ai fini della configurazione del reato di bancarotta fraudolenta, deve sussistere il dolo specifico legato alla volontà di accrescere il dissesto finanziario dell’azienda.
Al riguardo, la Suprema Corte – contrariamente ai precedenti gradi di giudizio (che avevano ravvisato quale sola ragione del fallimento il mancato pagamento dei debiti erariali e contributivi oltreché delle retribuzioni in favore dei dipendenti) – ha preso in considerazione anche la perdurante e sistematica condotta inadempiente dell’imprenditore, frutto di una scelta gestionale meditata da parte dello stesso (con il conseguente aumento dell’esposizione debitoria nei riguardi dell’INPS e dell’Erario tale da integrare il profilo di dolo).
Fonte: MySolution